Per varie ragioni potresti desiderare di allargare una finestra della tua abitazione. Ad esempio, potrebbe trattarsi di un’iniziativa dovuta alla necessità di procurare maggiore aria e luce all’interno del vano cucina.
In questo come in altri casi, oltre a considerare le regole di carattere urbanistico, la tua iniziativa potrebbe scontrarsi con i diritti del condominio di cui il tuo appartamento fa parte.
Infatti, l’allargamento in esame dovrebbe interessare le mura perimetrali dell’edificio, magari persino quelle che riguardano la facciata del fabbricato.
Si sta parlando, quindi, di una modifica di un bene comune, dinanzi alla quale temi le contestazioni dei tuoi vicini. Perciò ti chiedi: posso allargare una finestra?
Uno dei dubbi da sciogliere è, sicuramente, rappresentato dall’autorizzazione del condominio. Sei abbastanza convinto, infatti, che il beneplacito degli altri proprietari sia indispensabile per procedere al paventato allargamento.
Allo stesso tempo, sei certo che se avviserai il condomino della tua iniziativa, non avrai alcuna approvazione.
Per questo motivo vorresti evitare di informare l’amministratore della tua opera imminente e lasciare che il fabbricato prenda atto della tua modifica, solo dopo che è avvenuta.
Ebbene, tutto ciò è possibile? Quali sono le regole da rispettare per allargare una finestra in condominio?
Molti potrebbero pensare che realizzare un’apertura sul muro comune o, semplicemente, allargare una finestra già presente, sia un’iniziativa che passi, necessariamente, per il consenso del condominio interessato. In realtà, esaminando i precedenti giurisprudenziali sull’argomento non è sempre così.
Non devi mai dimenticare, infatti, che le mura del fabbricato sono un bene comune. In quanto tale, hai diritto di usarlo e/o utilizzarlo al pari degli altri e senza il consenso dei comproprietari.
Insomma, né più e né meno, come avviene per il cortile dove, insieme a tuoi vicini, parcheggi la tua auto.
Quindi, l’apertura di una veduta o l’ampliamento di una finestra sono del tutti legittimi poiché, nel farlo, di regola non impedisci agli altri di utilizzare, a loro volta, il bene comune interessato dall’opera e non alteri la funzione svolta dal muro condominiale.
Per queste ragioni, se prima del manufatto, è necessario fare richiesta del titolo amministrativo abilitativo, la stessa non dovrà essere sottoscritta anche dal condominio. L’eventuale approvazione ricevuta dai proprietari del fabbricato sarebbe, quindi, solo utile al fine di evitare potenziali e successive contestazioni da un punto di vista civilistico. Quindi, fermo restando l’obbligo di informare l’amministratore del progetto in atto, sarebbe buona regola chiederla, soltanto per salvare i rapporti di buon vicinato.